L'AZIONE DI RIDUZIONE
Nel contesto giuridico successorio, la legislazione vigente mira a garantire la tutela dei diritti patrimoniali di determinati soggetti, strettamente connessi al de cuius attraverso vincoli di sangue o affettivi, quali discendenti, ascendenti e coniuge. Tale tutela si manifesta nella preservazione di una quota dei beni ereditari, denominata "porzione legittima", la quale deve essere necessariamente trasmessa a tali soggetti, indipendentemente dalle volontà testamentarie espresse dal defunto. In questa prospettiva, anche dichiarazioni del testatore riguardanti il presunto soddisfacimento delle pretese legittimarie, in assenza di effettiva dimostrazione di tale soddisfacimento, non trovano fondamento giuridico valido (cfr. Cassazione Civile, Sezione II, sentenza n. 11737/2013).
La nozione di "azione di riduzione" emerge come strumento cardine per la riaffermazione dei diritti dei legittimari, permettendo di contestare disposizioni testamentarie o donazioni che compromettano la quota loro riservata. La giurisprudenza ha chiarito che tali diritti sussistono indipendentemente da rinunce successive o dalla prescrizione dell'azione di riduzione stessa (Cassazione Civile, Sezioni Unite, sentenze n. 13524/2006 e n. 13429/2006), ponendo in evidenza l'inalienabilità della porzione legittima.
Il codice civile, attraverso gli articoli 553-564, disciplina minuziosamente le modalità di tutela di tale quota, configurando l'azione di riduzione come mezzo di reintegrazione patrimoniale a favore dei legittimari. Questa può concretizzarsi in azioni mirate alla restituzione dei beni o al pagamento di somme di denaro, quest'ultime particolarmente rilevanti in contesti divisionali (Cassazione Civile, Sezione III, sentenza n. 12872/2021).
La peculiarità dell'azione di riduzione risiede nella sua triplice configurabilità: può assumere la forma di un'azione diretta alla riduzione delle disposizioni lesive in senso stretto, un'azione di restituzione nei confronti dei beneficiari diretti delle disposizioni oggetto di riduzione, e un'azione rivolta contro terzi acquirenti che abbiano ricevuto beni dai beneficiari iniziali. Questa stratificazione riflette la complessità delle situazioni ereditarie e la necessità di un approccio flessibile e adeguato alle varie fasi del processo successorio, assicurando in ogni caso la tutela dei diritti dei legittimari.
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