INDEGNITA'
Un appellativo che talvolta viene utilizzato contro qualcuno chiamato ad un’eredità è che esso sia indegno.
Occorre, tuttavia, in modo sintetico fornire delle delucidazioni sul tema in quanto capita spesso che questa espressione venga usata in modo improprio, come quando si sente affermare per esempio: “Lui non ha diritto ad alcuna eredità perché non è mai andato a trovare la mamma, neanche una volta.”
L’indegnità è una sanzione impartita dal nostro ordinamento in determinate situazioni tassative e non secondo quanto possa essere un comune sentire, ma soprattutto ciò che più può interessare è come opera l’indegnità, ovvero, cosa accade quando una persona è incorsa in una delle cause di indegnità previste dalla legge.
Vediamo di chiarire i punti più importanti su questo istituto.
I casi di indegnità
L’articolo 463 c.c. stabilisce che è escluso dalla successione come indegno:
1) chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta, o il coniuge, o un discendente, o un ascendente della medesima, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale;
2) chi ha commesso, in danno di una di tali persone, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio;
3) chi ha denunziato una di tali persone per reato punibile con l'ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale; ovvero ha testimoniato contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale;
3-bis) chi, essendo decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratta a norma dell'articolo 330 c.c., non è stato reintegrato nella responsabilità genitoriale alla data di apertura della successione della medesima;
4) chi ha indotto con dolo o violenza la persona, della cui successione si tratta, a fare, revocare o mutare il testamento, o ne l'ha impedita;
5) chi ha soppresso, celato o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata;
6) chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.
Come opera l’indegnità?
L’indegnità non opera in modo automatico, ovvero per il semplice fatto che si ha pieno sentore che una persona si trovi in una delle situazioni previste dalla legge e di cui sopra.
Occorre che la condizione dalla quale nasce l’indegnità venga pronunciata in un apposito processo.
Nella sostanza poniamo che un chiamato all’eredità abbia formato un testamento falso. Ci potrà prima essere un processo penale dove viene accertato che è stato formato il testamento falso con conseguente condanna penale. Dopo di che ci sarà un altro ulteriore processo nel quale verrà pronunciata l’indegnità.
6.4 - Conseguenze della pronuncia di indegnità
Quali sono le conseguenze della pronuncia di indegnità? Per alcuni autori chi è dichiarato indegno deve considerarsi come immediatamente escluso dall’eredità e sarebbe perciò giuridicamente incapace di ricevere l’eredità. Per altri studiosi della materia, invece, colui il quale è incorso in una causa di indegnità non è incapace di ricevere l’eredità stessa, ma non può trattenerla avendo la pronuncia giudiziale di indegnità il fine di escluderlo dalla successione che comunque si è verificata anche nei suoi confronti.
Da questa seconda interpretazione ne deriva come conseguenza che, nel tempo antecedente la pronuncia di indegnità, l’indegno può ben accettare l’eredità ed esercitare tutti i diritti ad essa connessi (Cass. Civ. Sez. II, 5 marzo 2009, n. 5402).
Occorre, infine, citare un terzo orientamento che distingue le ipotesi in cui la causa di indegnità si è verificata prima dell’apertura della successione, per esempio quando il testamento falso è stato formato prima della morte della persona della cui successione si tratta ovvero dopo, quando per esempio si è fatto uso di un testamento falso dopo la morte.
Nel primo caso si avrebbe incapacità a succedere mentre nella seconda esclusione da una successione già avvenuta.
La riabilitazione dell’indegno
Può verificarsi il caso che taluno sia incorso in una causa di indegnità e la persona della cui successione si tratta sia venuto a saperlo in vita e decida di volerlo riabilitare.
Questa operazione giuridica è possibile e si chiama riabilitazione.
La riabilitazione consiste nell'effetto di una specifica dichiarazione della persona della cui successione si tratta contenuta in un atto pubblico o in un testamento.
Può anche accadere che, pur conoscendo il fatto che ha comportato l’ipotesi di indegnità, il testatore ha ugualmente disposto in favore di colui il quale si è reso colpevole di tale fatto nei suoi confronti.
Si parla in questo caso di riabilitazione parziale in forza della quale l’indegno, se è stato contemplato nel testamento ed il testatore conosceva la causa dell'indegnità, è ammesso a succedere nei limiti della disposizione testamentaria.