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AZIONE DI RIDUZIONE - RINUNCIA TACITA ALL'AZIONE DI RIDUZIONE
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Pubblicato da Antonio Pedrazzoli in Eredità e successioni · Venerdì 15 Mar 2024 ·  2:00
Tags: azionediriduzionerinunciatacita
AZIONE DI RIDUZIONE - RINUNCIA TACITA ALL'AZIONE DI RIDUZIONE
Cass. civ., Sez. II, 05/01/2018, n. 168
In tema di successioni, il diritto, patrimoniale (e perciò disponibile) e potestativo, del legittimario di agire per la riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della sua quota di riserva, dopo l'apertura della successione, è rinunciabile anche tacitamente, sempre che detta rinuncia sia inequivocabile, occorrendo a tal fine un comportamento concludente del soggetto interessato che sia incompatibile con la volontà di far valere il diritto alla reintegrazione.

COMMENTO
La Sentenza n. 168 del 5 gennaio 2018 della Corte di Cassazione, Sezione Seconda Civile, affronta un tema fondamentale nel diritto delle successioni: la rinuncia tacita all'azione di riduzione da parte del legittimario. Tale pronuncia stabilisce che il legittimario può rinunciare, anche tacitamente, al suo diritto potestativo e disponibile di agire per la riduzione delle disposizioni testamentarie che lede la sua quota di riserva. Questa rinuncia, per essere considerata valida, deve emergere da un comportamento inequivocabile del legittimario, ossia da atti concludenti e incompatibili con l'intenzione di esercitare il diritto alla reintegrazione della propria quota di riserva.

Il principio espresso dalla Corte sottolinea l'importanza della chiarezza e della determinatezza nell'ambito delle manifestazioni di volontà relative ai diritti successori, evidenziando come la rinuncia a un diritto di tale portata debba risultare da comportamenti inequivocabili che lascino poco spazio a interpretazioni dubitative. La decisione ribadisce la disponibilità del diritto di azione per la riduzione e ne riconosce la rinunciabilità, anche in assenza di una dichiarazione esplicita, purché il comportamento del legittimario rispecchi chiaramente tale intenzione.

Questa sentenza si inscrive in un contesto giurisprudenziale che valorizza l'autonomia privata nel contesto delle successioni, ammettendo la possibilità di rinuncia a diritti potestativi in modo non esplicito, a condizione che la rinuncia possa essere chiaramente desunta dal comportamento del titolare del diritto. Ciò implica per i professionisti del diritto e per i legittimari l'importanza di valutare con attenzione le proprie azioni e i propri comportamenti successivi all'apertura della successione, i quali potrebbero essere interpretati come una rinuncia tacita a diritti successori fondamentali.


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